khgfdSFGYVUHCSDSAa (un capolavoro d'improvvisazione!)

XK NN CREAMO UNA STORIA CN PROTAGONISTI I RAGAZZI DI UN LICEO CLASSIKO E I ORO ANTAGONISTI I PROF D M+++A COME VIVIANNE VERTHUY E PAOLA SANTIN???

c'era una volta un piccolo studentello di nome vincenzo che frequentava la quinta b.

La storia di questo ragazzo è davvero singolare: dopo essersi trasferito da Napoli, riuscì subito ad integrarsi e a farsi degli amici...

(Perché nn cambiamo titolo all'argomento è diffiicile ser non con copia e incolla...cmq scriverò lo stesso)

Un giorno come tanti, mentre andava a scuola, dopo esser sceso dal pullman e giunto alle mura romane, vide passare in macchina la professoressa Paola Santin. I loro sguardi si incrociarono e solo in quel momento Vicenzo si ricordò che quel giorno la prof lo avrebbe interrogato di matematica...

Un misto di angoscia e rabbia prese il suo cuore.
Sapeva bene che alla fine dell'anno ogni brutto voto l'avrebbe avvicinato sempre di più al più tragico dei destini...il debito di matematica!!

La notte non riusciva più a dormire. Una strana angoscia lo catturava e non lo lasciava in pace. Qual era lo scopo di tanta oppressione? Ormai tutto il suo mondo sembrava aver perso significato. Tutta la sua attenzione era sulla scuola...

presi una mattina un paio di vecchi jeans dall'armadio mise la mano in tasca e ritrovò il suo vecchio accendino. Una fiamma si riaccese in lui. Da quel giorno riprese a fumare, come prima, più di prima, scoprì le gioie della marijuana e del cilum...

Ogni giorno sembrava degenerare sempre di più. Aveva cominciato a bere ogni giorno, ormai non nascondendosi più neanche davanti ai suoi genitori; non sapevano più cosa fare. Intanto la scuola andava sempre peggio e i raporti con la tipa andavano degenerando...si stavano per lasciare...

Ma un giorno accadde l'imprevisto..al secondo intervallo Vincenzo andò in bagno come faceva quasi tutte le volte e ...sorpresa...incontrò proprio Giacomo, il secchione della classe, che gli propose i bigliettini per il compito di greco della sesta ora...questo poteva sarvagli la giornata da un disastro sicuro!

ma doveva fidarsi di lui? in fondo lo aveva sempre trattato male e preso in giro per i suoi difetti, come la sua precisione ossessiva... si fidò in fondo che altro poteva fare, il giorno prima invece di studiare aveva fissato il soffitto per tutto il pomeriggio.

decise di accettare. In fondo era l'unica cosa che avrebbe potuto salvarlo da un brutto voto. Prese i bigliettini e andò in classe. All'ultima ora cominciò a fare il compito: tutte le risposte erano presenti sui quei bogliettini. Consegnò il compito con buon anticipo e cominciò a prepararsi: l'avrebbe aspettato fuori per ringraziarlo. Era il primo in quella scuola che gli aveva fatto un gesto gentile.

-hey amico grazie!!
-prego non è un problema...
-qualunque cosa ti serve basta che me lo dici...ritienimi a tua completa disposizione...
-in effetti avrei bisogno di un piccolo favore...

-dovresti aiutarmi bè...vedi c'è quel ragazzo che non mi lascia in pace e mi chiedevo se...ma forse è meglio di no...
-vuoi che lo minacci di lasciarti in pace...?
-sì..ma solo se non è un problema...
-Fammi vedere chi è.......

Certo..per Vincenzo sarebbe stato un gioco da ragazzi sbarazzarsi di un qualunque studentello delliceo...dopotutto lui era conosciuto come "il duro della scuola"..tuttavia tutta la sua autostima crollò velocemente uando si trovò di fronte a lui...

era il più cattivo, il più stupido, era impossibile minacciarlo senza uscire con un pcchio nero, e quello era il minimo, ma glielo doveva, in fondo glielo aveva promesso...
Andò da lui...

gli si avvicinò,lo guardò un attimo e poi parlò:
-Ti credi furbo?
_Ma tu cosa vuoi?
-Ti ho chiesto: ti senti furbo?
-Si può sapere cosa io abbia fatto?
-Lascia stare Giacomo e questo non è un consiglio...è una minaccia..
-Perché dovrei farlo?
Vincenzo si girò e gli tirò un pugno sul naso. Il sangue cominciò ad uscire dal naso dello sventurato e Vincenzo disse:
-Quseto ti basta?
Si girò e se ne andò....

Vincenzo si sentì all'improvviso leggero e una grande autostima lo invase: era stato un grande.
Si avviò per i corridoi della scuola quando qualcuno gli urtò con il braccio la spalla.
"Dove cavolo guardi quando cammini?" disse con rabbia senza nemmeno voltarsi.
"Mi...mi dispiace.."
Quando si voltò si pentì di aver pronunciato quelle parole e avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra per la vergogna.
Possibile che non aveva mai notato quella ragazza nella scuola?

Aveva i capelli lunghi e neri; il suo sguardo era verde come i prati; la sua voce eraa soave all'orecchio...ogni volta che i loro sguardi a scuola si incontravano una gioia lo assaliva...Forse si stava innamorando di quella ragazza?
Decise di scoprirlo invitandola ad uscire. Prese coraggio e andò da lei...

Lei lo guardò con un timido sorriso, poi abbassò lo sguardo e rispose:
-Io uscirei con te, ma l'altro giorno hai tirato un pugno ad un mio amico e non mi sembrerebbe corretto nei suoi confronti.
Lui rimase paralizzato e fece per spiegare, ma lei aggiunse:
-E sinceramente non ci tengo ad uscire con uno che si crede figo solo perché tira pugni. Peccato, ti trovo anche carino...
Così dicendo scappò di corsa verso la sua classe...
Vincenzo la guardò sparire dentro la porta, poi tirò un calcio al muro. Ma come si permetteva quella ragazza?? Chi si credeva di essere per criticarlo così?? Tornò anche lui in classe e si mise a scarabocchiare rabbiosamente foglietti, senza riuscire a scacciare le parole della ragazza che gli risuonavano nella mente: "uno che si crede figo solo perché tira pugni"

Stava ancora pensando a ciò che gli aveva detto Martina...."non ci tengo ad uscire con uno che si crede figo perché tira pugni...". Quelle parole, quella frase continuava a risuonargli nella testa. Non sapeva fare altro. Forse lei aveva ragione...
Una voce lo richiamò alla realtà:
-Vincenzo ci sei? Dammi una mano ad apparecchiare
Era la mamma. Ormai si trovava sempre più spesso a sognare ad occhi aperti, a riflettere sulle cose che gli vanivano dette dai suoi compagni e sempre più spesso si ritrovava a non sapere dove si trovava o cosa stava facendo. Forse stava impazzendo?? No. Ma quelle parole, quelle di Martina, lo continuavano a tormentare. Forse aveva doveva cambiare...doveva cambiare per lei.

Ricomincio a fumare e a bere ancora più di prima, per cercare di trovare una soluzione ai suoi innumerevoli problemi, ma questo lo riportò in basso, tanto più che pure il suo nuovo amico secchione incominciò a distaccarglisi un po'.
-Perchè tutto va sempre così male? Sembrava risolto tutto con quel pugno, invece non ho risolto niente.
-Chiedigli scusa allora. Questa è l'unica soluzione!- disse un ragazzo che era suo vicino di banco, un fan sfegatato dell'azione cattolica
Vincenzo si rese conto di aver pensato ad alta voce e, anche se scacciò il suo vicino di banco con una gomitata riflettè sulle sue parole...